ALZHEIMER E DIABETE

Da poco tempo studi neurologici internazionali hanno confermato che nella malattia di Alzheimer la formazione delle placche caratteristiche e la loro rimozione dal tessuto cerebrale sono correlati con la resistenza insulinica e che l’alterata regolazione degli zuccheri porta sia ad una maggiore produzione di beta-amiloide sia ad una riduzione della sua rimozione dal cervello. Per questo molti autori, a ragione, parlano dell’Alzheimer come del diabete di tipo 3. 

L’eccesso individuale di zuccheri, fruttosio, alcol e dolcificanti può determinare alterazioni neuronali che facilitano il declino cognitivo e la demenza. È possibile contrastare questo aspetto con un piano nutrizionale dedicato e sano.

Già uno studio del 2015 svolto da ricercatori giapponesi aveva descritto il declino cognitivo e affettivo dei pazienti come risultato di un errato controllo degli zuccheri e della resistenza insulinica. Sempre più, quindi, appare chiara la relazione tra i processi neurodegenerativi, il declino cognitivo e gli effetti della glicazione, cioè l’eccesso di zucchero nel sangue. L’eccessivo uso individuale di zuccheri, anche di quelli nascosti che ogni giorno l’industria alimentare mette nei prodotti per renderceli più gustosi e durevoli, può determinare un incremento della glicazione e facilitare la comparsa e l’aggravamento di malattie come Alzheimer, Parkinson e altri tipi di demenza.  

Oggi più che mai occorre ricordare che un sano stile di vita fin dalla più giovane età è l’unica arma che può contrastare la diffusione di malattie croniche e degenerative che abbassano la qualità della vita personale, costano all’economia sia della famiglia sia della società, distribuiscono su tutti il peso di scelte sbagliate. Per scegliere bene, le associazioni Fand, fatte di persone con diabete, indicano i percorsi virtuosi da percorrere per chi ancora è in salute e per chi è già in quel folto gruppo di cronici, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità calcola essere smisurato e in crescita, le proporzioni di una vera pandemia annunciata.

Sappiamo che ormai la popolazione si concentra nelle città, piccole e grandissime, nel mondo globalizzato perciò uniformato ad uno stile di vita convulso, impostato al consumo veloce di qualunque rapporto, tecnologizzato quanto basta per rendere automatico e inconsapevole ogni gesto.

Il corpo dell’Uomo, a differenza degli animali consapevoli per natura, sta perdendo l’uso di sé in molte sue parti, soprattutto del cervello che sia intellettualmente sia fisicamente è maltrattato e spento nel suo lato migliore.

Scegliamo una vita di qualità, consapevole e sana: il cibo serve a darci forza, no grasso e malattia.

Il movimento serve a tenere vivo il corpo che ha braccia e gambe per andare nel mondo.