L’antimicrobicoresistenza : XXXIX Assemblea Nazionale FAND

Nella XXXIX Assemblea Nazionale della FAND-AID , svolta a Rimini l’1-2-3 ottobre, tra le numerose comunicazioni scientifiche tenute in presenza e online è stato trattato un argomento d’estrema attualità per l’emergenza COVID-19 che da quasi 2 anni tormenta tutto il mondo: l’antimicrobicoresistenza e i vaccini.

Sempre più è evidente che l’uso improprio degli antibiotici, grande risorsa della seconda metà del Novecento, s’è talmente intensificato negli ultimi decenni da determinare l’antimicrobicaresistenza sia negli umani sia negli animali, diffusa ancor più a causa della globalizzazione.

L’Unione Europea attraverso un gruppo costituito da 16 Associazioni nazionali di pazienti vuole conoscere, con un’indagine che si concluderà a novembre 2021 in Francia,Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna, la consapevolezza dei suoi cittadini al riguardo e verso le infezioni sanitarie.

La resistenza agli antibiotici è la capacità d’un microorganismo- batterio o virus o parassita- di resistere all’azione di uno o più agenti antimicrobici o antibiotici.

Di solito le infezioni sono causate da batteri resistenti, ma l’apparire di un’infezione in primo luogo può anche aumentare il rischio di sviluppare ceppi resistenti.

  • necessario dunque conoscere le conseguenze dell’uso inadeguato degli antibiotici e usare quegli strumenti esistenti che possono prevenire, vigilare, rilevare e diagnosticare le infezioni.
  • Un uso eccessivo e/o non corretto di antibiotici, nel campo umano e veterinario, come anche in agricoltura, favorisce l!insorgenza e la diffusione di ceppi batterici resistenti. In particolare, l’abuso di antibiotici durante la pandemia di COVID-19 potrebbe ulteriormente peggiorare la situazione: la malattia COVID-19 è causata da un virus, non da un batterio, da non curare con gli antibiotici, a meno che non siano presenti anche infezioni batteriche.
  • L’antibiotico-resistenza è in aumento in molti Paesi ed è aggravata anche dalla mancanza di nuovi antibiotici in commercio o in fase di sperimentazione, efficaci nel trattamento di infezioni altrimenti incurabili.
  • Le infezioni causate da microrganismi resistenti prolungano la malattia, con possibili complicazioni e un maggiore rischio di morte.
  • Riducendo l’efficacia del trattamento, inoltre, i pazienti rimangono contagiosi per un tempo più lungo, aumentando il rischio di diffondere microrganismi resistenti e quindi possibili focolai epidemici.
  • Le infezioni da batteri resistenti ai farmaci di prima linea devono essere trattate con terapie spesso più costose.
  • Una più lunga durata della malattia e del trattamento, spesso in ospedali, aumenta i costi di assistenza sanitaria, nonché l’onere economico sulle famiglie e la società.
  • recente una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Lancet”, condotta in Gran Bretagna su pazienti diabetici e potenziali diabetici sul rapporto tra elemento patogeno e corpo umano: in entrambi i gruppi l’infezione peggiora la cronicità o fa comparire il diabete, con incremento degli accessi in Pronto Soccorso e delle complicanze, determinando in tal modo anche l’aumento dei costi del Servizio Sanitario nei prossimi anni.
  • noto che il Coronavirus-19 fin dal marzo 2020 ha colpito in altissima percentuale le persone con diabete con conseguenze anche gravissime: la prevenzione massima in questo caso è data solo dal vaccino, oltre al buon controllo del diabete.

Non a caso il Ministero della Salute ha previsto per i più fragili- come chi ha il diabete- la terza dose di vaccino che restringerà ancor più il numero dei contagi e la trasmissione sull’intera popolazione del nostro Paese e non solo, data la ripresa dei contatti internazionali.

Tanti sono gli elementi che nel diabete espongono a maggiore rischio di infezione: per fare un esempio in un ambito troppo spesso sottovalutato nella persona con diabete, la xerostomia, cioè la scarsa saliva in bocca per glicemia troppo alta, diventa un veicolo per i virus e i batteri, perciò sono necessarie prevenzione e controllo, insieme a prudenza nell’uso degli antibiotici.