Roadshow Troponina cardiaca. Focus Piemonte

Gli eventi ischemici di carattere miocardico rappresentano ancora oggi la prima causa di morte e morbilità nei paesi industrializzati nonostante negli anni recenti vi sia stato un sostanziale miglioramento dei dati di mortalità e di outcome dei pazienti affetti da questa patologia. Numerosi studi hanno confermato l’importanza del ruolo della prevenzione primaria nel migliorare l’outcome delle patologie cardiache anche attraverso un’accurata stratificazione del rischio della popolazione e di un sempre più appropriato intervento clinico e – nel caso farmacologico o interventistico/invasivo – per mitigare la progressione della malattia. La diagnosi di ischemia cardiaca acuta e cronica è basata prevalentemente su un giudizio clinico che tiene conto della storia (anamnesi), dell’esame fisico e di indagini appropriate strumentali e di laboratorio. Ad oggi più di cento biomarkers sono stati studiati per verificarne l’utilità nella diagnosi, nella prognosi e nella stratificazione del rischio nei soggetti con o senza segni e sintomi di patologia cardiovascolare. La disponibilità di test con Troponina cardiaca i ad elevata sensibilità associata ad altri biomarkers come per esempio il cNP ha permesso lo sviluppo di studi e metanalisi sul ruolo di questo biomarker per una diagnosi più precisa di patologia miocardica acuta per un follow up della stessa e per individuare e stratificare i soggetti che potrebbero sviluppare ischemia cardiaca dallo stadio asintomatico a quello con segni e sintomi e quindi quei soggetti che hanno alta probabilità di malattia refrattaria alle terapie oggi in uso. Da qui nel 2019 un position paper dell’associazione della Cardiologia Preventiva e della Società Europea di Cardiologia ha sancito l’importanza del ruolo del biomarker cardiaco quale il cTnI  ad elevata sensibilità nell’individuare i soggetti asintomatici che sono a più alto rischio di progredire con sintomi di ischemia cardiaca e quelli più a rischio di andare incontro ad una prognosi infausta. Il potenziale potere predittivo promesso dal biomarker Troponina i, dunque, può trovare applicazione nella stratificazione del rischio cardiovascolare ponendosi – di fatto – come marcatore del rischio cardiaco (scompenso cardiaco, ischemia acuta e cronica, danno miocardico), rivoluzionando il modo di affrontare il rischio cardiovascolare. Da questo presupposto emerge la necessità di stratificare il potenziale rischio cardiovascolare non solo nella popolazione generale sana, ma anche e soprattutto nei soggetti che presentano patologie come diabete, ipertensione, obesità, cancro o che abbiano avuto il Covid-19 e ne siano usciti guariti. Motore Sanità intende dunque coordinare un tavolo di discussione per indagare i potenziali effetti della medicina predittiva in tali innumerevoli campi di utilizzo (Cardiologia, Medicina Interna, Diabetologia, Oncologia..) con il fine di mettere in atto, già in una fase precoce, misure per una più efficace prevenzione, specie nei soggetti ad alto rischio di sviluppare una patologia cardiovascolare.

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